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Rubrica Leggerissima: “Only Murders in the Building” – basta il titolo per scegliere questa incredibile serie TV

Siete in cerca di una serie TV coinvolgente ma non violenta? Che sia brillante, ironica, un po’ fuori di testa senza essere volgare o splatter, ricca di colpi di scena e poco prevedibile?
Allora vi invito a vedere Only Murders in the Building, una serie statunitense in quattro stagioni (al momento), ideata da Steve Martin e John Hoffman.

Conoscere i due nomi degli ideatori della serie (Steve Martin è inoltre uno dei tre attori protagonisti) dovrebbe essere sufficiente per convincervi a vederla; tuttavia se non dovesse bastare ecco alcuni dettagli a partire dall’inizio.

New York è al centro delle prime tre stagioni, un tributo alla bellezza della città che non dorme mai e ai suoi palazzi, che prendono il via con l’orribile morte di un inquilino dello splendido e immaginario Arconia Building, nell’Upper West Side. La quarta stagione, dal 27 agosto su Disney+, invece sembra doversi sviluppare in California, ma L.A. è “la star” soltanto nella prima puntata: tutto ritorna sempre a Manhattan.

Quaranta puntate in 3 anni e mezzo, morti impossibili da decifrare all’inizio o alla fine di ogni stagione, un pubblico sempre più appassionato, una sceneggiatura e una regia che spingono alla curiosità. E poi la splendida seppur strana amicizia tra Steve Martin, John Hoffman e Selena Gomez. Ma il filo conduttore delle 4 stagioni e dei tre protagonisti è la passione comune per il True Crime, cioè per quelle storie che raccontano fatti di cronaca nera realmente accaduti.

Steve Martin è Charles-Haden Savage, molto noto in gioventù per aver interpretato il detective Brazzos; Martin Short è Oliver Putnam, un estrose direttore di teatro caduto in disgrazia; Selena Gomez è Mabel Mora, nipote della sorella del padre, morto quando lei era una ragazzina, che trascorre l’estate nell’appartamento della zia in Arconia e che, adesso, deve occuparsi della ristrutturazione.

Non è possibile lasciarvi una descrizione che racconti completamente i protagonisti e i personaggi che li accompagnano nelle loro avventure tanto sono continui gli scambi, le considerazioni, i dialoghi, le follie dell’intero cast. Tutto è pretesto per raccontare “altro” rispetto alla narrazione principale, cioè agli omicidi. Tutto è stratificato.

Posso dirvi però che i tre inquilini di Arconia diventano famosi, anzi “sono in auge”, grazie alla realizzazione del podcast “Only Murders in the Building” che racconta i loro progressi investigativi; poi toccherà a una pièce teatrale e infine a un film. La forma del podcast tuttavia resta il filo che li unisce e che li spinge anche a mettersi perennemente nei guai per il solo piacere di scoprire “chi è stato”.

È intrattenimento intelligente e puro.
Il cast è incredibile: nella terza stagione compaiono Meryl Streep, Paul Rudd (Ant-Man, tanto per stimolare la memoria) e Jesse Williams (il Dr. Jackson Avery di Grey's Anatomy). Nella quarta, Zach Galifianakis, Eugene Levy ed Eva Longoria che interpretano loro stessi. Geniale…

Non vi racconterò altro perché sono 40 puntate da godersi fin dai primi dettagli, sin dalla sigla e dai titoli iniziali dove è possibile ammirare il cartoon realizzato da Laura Pérez e Tnaya Witmer con lo studio Elastic. Mentre la musica originale è di Siddhartha Khosla: cercate “Only Murders in the Building”, Main Title Theme, e vi appassionerete da subito.

La serie è adatta per pubblico ampio ed eterogeno, ma se non amate la comicità di Steve Martin o di Martin Short, tantomeno i polizieschi, lasciate perdere: nessuna battuta esilarante riuscirebbe a salvarvi!

Simona Merlo
@smwriter su Instragram

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