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Rubrica Leggerissima: “Inside Out 2”

Dopo quasi dieci anni da “Inside Out”, film d’animazione diretto da Pete Docter e Ronnie del Carmen, è arrivato al cinema il “2”, sequel brillante che questa volta racconta il bombardamento emotivo e ormonale di un’adolescente.

Riley Andersen ha, infatti, 13 anni e tutto di lei sta cambiando: il corpo, le emozioni, il Senso di Sé (nuova sezione della mente creata dalle sue emozioni personificate – Gioia, Tristezza, Paura, Rabbia e Disgusto – all’interno della quale ci sono sentimenti e ricordi, cioè la sua “personalità”).

Gioia vuole riempire il “Senso di Sé” soltanto con ricordi positivi e per far ciò butta via qualsiasi reminiscenza negativa.
Da sempre giocatrice brava e appassionata di hockey su ghiaccio, Riley e le sue migliori amiche, Bree e Grace (anche loro giocatrici), vengono invitate a trascorrere un weekend in un campo di hockey.

La speranza di Riley è quella di qualificarsi per i Firehawks, squadra della scuola. Ma la notte prima dell’avventura sportiva, il suo corpo e la sua mente si ritrovano dentro un vero e proprio caos: è “l’Allarme Pubertà” che inizia con l’aggiornamento forzato della console delle emozioni da parte di un gruppo di operai della mente e così tutte le certezza reali “o indotte” diventano per Riley sempre più sbiadite…

L’umore è altalenante e cambia di continuo, gli ormoni vanno a tutta velocità e il quartier generale emotivo di Riley diventa molto affollato: arrivano così Imbarazzo (doppiato nella versione originale da Paul Walter Hauser; Federico Cesari in italiano), figura massiccia con felpa con cappuccio che non parla e odia il contatto visivo; l’ironica e pigra Ennui (Adèle Exarchopoulos, nella versione italiana Deva Cassel) che non deve mai essere disturbata; e ancora Invidia (voci Ayo Edebiri, in italiano Marta Filippi) con occhi grandissimi e che vorrebbe avere le stesse dimensioni delle altre emozioni; e Nostalgia (June Squibb; Graziella Polesinanti) da dietro le quinte sempre pronta ai sentimentalismi.

Ma l’emozione su cui ruota tutto il film (compresi i suoi difetti) è la furbissima Ansia (doppiata da Maya Hawke; Pilar Fogliati per la versione italiana) che vuole conquistare a tutti i costi il cervello della protagonista, organizzando un colpo di stato e reprimendone le vecchie buone emozioni.

Il film d’ora in avanti è un vero “duello” tra Gioia e Ansia, sino al risvolto finale. Anche in questo caso la Pixar è stata coraggiosa ad affrontare una tematica così complessa come la confusione adolescenziale e tutto quello che ne consegue. Con la regia di Kelsey Mann e la sceneggiatura di Meg LeFauve, Inside Out 2 mantiene una certa coerenza con il primo film, tuttavia l’adolescenza è un periodo ben più complesso dell’infanzia e, forse, richiederebbe una più ampia presentazione di emozioni negative e un’analisi più profonda di che cos’è realmente lo sconvolgimento ormonale e sessuale tipico di quell’età.

In effetti, in molti concordano che alcuni passaggi del film potevano essere analizzati meglio e venire distaccati in modo netto rispetto al primo lavoro, giusto per evitare momenti di prevedibilità. Ma al di là di questo, “Inside Out 2” resta a mio parere un film divertente da vedere insieme a tutta la famiglia.

Simona Merlo
@smwriter su Instragram

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