Su Antenna Radio Esse la rubrica che parla di musica, “Music My Life” a cura di Graziella Ventrone.
Lo spazio dedicato alle band, ai cantautori e ai progetti che gravitano nel nostro territorio e non. Attraverso le sue interviste i musicisti potranno raccontarsi!
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In questa intervista faremo due chiacchiere con Innocente!
Giorgio Innocente, classe 1991, è salentino ma vive da diversi anni a Siena. Inizia a studiare pianoforte da giovanissimo, tra i Conservatori di Lecce e Taranto e le accademie, affiancando a questo lo studio delle tecniche vocali. A 17 anni si avvicina al jazz, iniziando a studiarne la tecnica pianistica e vocale, ma si appassiona sempre di più anche alla scrittura che, quasi inevitabilmente, viene messa a servizio della sua musica. Parallelamente all’attività accademica, Giorgio si dedica al lavoro sui suoi brani e all’attività dal vivo, suonando su palchi come il Mediterraneo Festival e il Salent Festival e collaborando con importanti formazioni del territorio pugliese e non solo. Studia jazz con il pianista e Maestro Ettore Carucci presso il Saint Louis College e, nel 2019, pianoforte jazz presso “Siena Jazz” con il M° Danilo Tarso, mentre continua a lavorare ai suoi inediti.
Il singolo d’esordio, Il Cuore e l’Abat-Jour, esce il 28 aprile 2020 per l’etichetta CinicoDisincanto, seguito a giugno da Gitana, il secondo brano che anticipa il primo album, previsto per fine 2020.
A novembre 2020 è uscito #IOSONO, il suo EP d’esordio. Multipersonalità, il suo secondo lavoro, è uscito nella primavera del 2022 per CinicoDisincanto con distribuzione Artist First.
Giorgio, hai iniziato a studiare musica da giovanissimo, un percorso che ti ha portato dal pianoforte classico al jazz. Cosa ha acceso in te la scintilla della scrittura musicale? È stata una necessità espressiva o un naturale proseguimento della tua formazione?
“È stato abbastanza spontaneo. Ho sempre ascoltato tanta musica cantautorale attraverso le figure del passato e poi mi è sempre piaciuto scovare nuovi autori, meno conosciuti, emergenti e non. La musica italiana ha un substrato di artisti incredibili, avulsi dalle dinamiche di classifica e di industria, in purezza. Di solito hanno qualcosa da dire. Mi affascinano questo tipo di persone. Ho pensato potessi anche io dire, a mio modo, qualcosa, o semplicemente scrivere di quelle domande che spesso mi fanno pensare. È quasi un parlare a se stessi, con se stessi e sopratutto per se stessi.”
Le tue origini salentine in qualche modo rimangono nel Dna dei tuoi brani come se i ricordi d’infanzia rimanessero intrappolati fra le note della tua vita?
“Assolutamente. Anche in modo inconscio. È successo che me l’abbiano fatto notare e per me è sicuramente motivo d’orgoglio. Tra l’ altro, proprio qualche mese fa, è stato pubblicato un libro con una ricostruzione della genealogia della mia famiglia (o quantomeno quella con il cognome “Innocente”) e questa ha origini salentine che risalgono addirittura all’inizio del ‘600, nello specifico in Salice Salentino, che poi è il paese in cui sono cresciuto. Difatti, ho voluto ricordare la mia terra con un brano tratto dal “Canzoniere Grecanico Salentino”, intitolato “Bella ci dormi”, che si trova nel mio primo EP “#IOSONO”pubblicato nel 2020. Essere vicini pur stando lontani.
Credo che anche “Il quadro e lo specchio”, brano che ho avuto il piacere di presentare per Telethon in diretta Rai, abbia dei richiami totalmente inconsci della terra salentina, più che altro nelle sonorità.”
Hai calcato palchi importanti, dal Mediterraneo Festival al Salent Festival, e collaborato con numerose formazioni. Quali esperienze concertistiche ricordi con maggiore affetto? Ci sono stati momenti specifici che hanno segnato una svolta nella tua carriera?
“Ogni esibizione ha un suo peso specifico. L’ aspetto intrigante è che hanno tutte un loro racconto, una loro storia. Prima di salire su un palco non sai effettivamente cosa accadrà, sei sconosciuto ai più e quel momento di vuoto che c’è tra la fine del primo brano e l’eventuale approvazione del pubblico è il massimo momento di apprensione. Si fa tutto anche per questo, per l’ adrenalina. Un’ esibizione, non necessariamente più importante ma che ricordo con forte intensità, è quella per il contest “Voci per la libertà” di Amnesty International che mi ha consentito di presentare “Tempo Binario”, un brano sui diritti umani, nello specifico sul “binarismo di genere”. È presente nel disco “Multipersonalità”.
Nel 2020 ti sei esibito, per la promozione del disco, sul palco di Telethon in diretta Rai cantando il singolo estratto dall’album “Un raggio A Strapiombo”.Il 17 dicembre 2021 ritorni ancora sul palco Telethon con i brano “Il quadro e lo specchio”. Raccontaci questa esperienza.
“Diametralmente opposta a tutte le esperienze che avevo fatto fino ad allora. La televisione richiede un approccio molto diverso, più “professionale”, con dei tempi da rispettare. Non pensavo che il tempo si potesse scandire in minuti esatti, come ad esempio una microfonazione alle 12:37. Nella mia vita esistono le 12:35 e le 12:40! Sicuramente un’ esperienza unica. Poi, il 2020, era in pieno periodo Covid, nello studio c’era pochissima gente ed alla fine dell’esibizione non avevo idea del risultato. Avendo normalmente di fronte a me un pubblico e non una telecamera ero abituato ad avere dei responsi immediati ed in quel caso ricordo di aver chiesto a qualsiasi “tecnico” trovassi: “come sono andato?”. L’ anno successivo, però, è stato ancora più intenso; ho avuto l’ onore di esibirmi con l’ orchestra Rai, lo studio era gremito. Esperienza che porterò sempre con me.”
Nel tuo percorso hai avuto l’opportunità di lavorare con musicisti e nomi di spicco. Come queste collaborazioni hanno arricchito il tuo processo creativo e la tua crescita artistica?
“Cercare di migliorarsi è alla base di questo mestiere. Mi piace studiare i nuovi musicisti, autori, cantautori, capire i loro modi di trattare un brano, un arrangiamento o “semplicemente” di esibirsi. Ricordo con piacere le giornate in studio per la stesura di “Multipersonalità”, il mio primo disco, in cui ho avuto l’onore di lavorare con musicisti di spessore nazionale come Mauro Parma, Enzo Proietti, Gaetano Puzzutiello, Peppe Stefanelli e Paolo Varoli. Per me, lavorare con loro è stata una vera e propria Masterclass di approfondimento, di apertura mentale, di ricerca incessante. Un’ altra figura importante è “Fabrizio Broccheri”, produttore dei miei ultimi lavori, a cui sono molto legato, che ha creduto in quello che facevo e che continuo a fare.
Nel corso degli anni ho studiato musica con insegnanti come: Raffaele Lattante, Ettore Carucci, Danilo Tarso. Tutti mi hanno dato un qualcosa, ognuno a suo modo.
Ci tengo a menzionare i musicisti che hanno fatto parte (alcuni dei quali ancora presenti) nella band live: Gerardo Di Letizia, Tommaso Danielli, Fabio Angeli, Giacomo Bartaletti, Pepi Salime, Tommaso Lupi con i quali condivido, prima di ogni altra cosa, un rapporto di profonda amicizia.”
Un Viaggio Interiore. Il tuo secondo lavoro, “Multipersonalità”, evoca un viaggio interiore complesso. Come è nato questo progetto? Quali aspetti del tuo essere artista e persona hai voluto esplorare attraverso l’album?
“Ognuno di noi, secondo me, è un “condominio senza padrone”, a noi tocca solo saper convivere con le “persone” che lo abitano, tutte con il medesimo valore, quello che cambia sono solo le sfumature.
Da questa riflessione nasce MULTIPERSONALITÀ, un album di dieci tracce prodotto da Fabrizio Brocchieri per CinicoDisincanto, nato un pò “alla vecchia maniera”, in studio, alle prese con le “canzoni nude”. Racconta in maniera diretta e ironica di quel condominio di anime e sentimenti che alberga in ognuno di noi: l’amore, la paura, i fallimenti, le scelte, la libertà. L’album si apre con il brano “Lo scrittore”, uno dei più intimi che abbia mai scritto e descrive una lotta interiore tra il me accademico ed il me scrittore. C’è l’amore ideale di “Claudia”, una figura che appare spesso tra le tracce, e quello perduto de “Il quadro e lo specchio”; i racconti delle notti insonni di “Sottocoperta”, un titolo che mi ha sempre rassicurato, una sorta di protezione. “Potrebbero inventare anche un sonno artificiale perché senza rumori non mi posso addormentare”. Delle volte mi addormento con dei rumori di fondo, senza ho difficoltà a prendere sonno, i pensieri affiorano e la mattina, così, risale. Coprirsi può significare sentirsi protetti e questo, psicologicamente, ci dà la possibilità di “esaltarci” ed essere noi stessi. Ad ognuno, quindi, la sua protezione.
Mi piace parlare di “Tempo binario”. E’ stato quello più difficile da metabolizzare e da scrivere perché tratta una tematica importante come il “superamento del binarismo di genere”; il mio pensiero era quello di non risultare banale, speriamo di esserci riusciti. Essere liberi di sentirsi e di essere ciò che si vuole ha un valore inestimabile. In fondo siamo nati per vivere, in che modo si viva non ha tanta importanza.”
Infine, la musica come esigenza: quanto è importante per te scrivere e comporre? È un processo che ti permette di comprendere meglio te stesso e la realtà che ti circonda? Cosa speri che il tuo pubblico colga dalla tua musica?
“La scrittura la vivo come una piacevole conseguenza alla presenza della musica nella mia vita. Mi piace la musica come stile di vita, nel suo concetto più interiore. Sia essa suonata o ascoltata, consente di percepire sfumature della quotidianità e della nostra interiorità che la frenesia della quotidianità stessa non ci consente di cogliere. Ha un modo tutto suo di collegare la persona alla natura, l’ individuo alla sua essenza. Non sento l’ esigenza continua di scrivere, quanto quella di pormi e porre delle domande, non necessariamente con una risposta. Credo che oggi si tenda più a dare risposte che a porsi delle domande e a me affascinano più le seconde. Ecco, se una canzone suscita nell’ ascoltatore degli interrogativi sono felice.”
Guardando al futuro, quali progetti hai in cantiere? Stai lavorando a nuove canzoni o collaborazioni che potrebbero sorprendere il tuo pubblico?
“Tra qualche settimana uscirà un nuovo singolo che darà seguito a quello pubblicato nella scorsa estate. Ci sono in cantiere delle date in Toscana ed in altre regioni d’ Italia.”
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Se hai un gruppo, un progetto o ti “occupi” di musica scrivi al nostro numero whatsapp 3920577392 per richiedere un’intervista con Graziella Ventrone!
Graziella Ventrone Caporedattore e Project Manager di “Rock My Life”, social media manager, scrittrice e fotografa, Graziella è un vero e proprio *bulldozer* della scena musicale. La sua vita e la sua carriera incarnano l’energia vibrante di una blogger *on the road*, con il cuore sempre acceso di creatività.