Hanno lavorato anche di domenica in banca Monte dei Paschi per scegliere la nuova strategia ad una settimana dagli stress test che hanno bocciato l’istituto senese. Sette giorni di lacrime e sangue in cui in borsa il titolo è precipitato e nelle stanze che contano si è cercato invano appoggi per aggregazioni o fusioni. Così l’annuncio di un nuovo aumento di capitale da 2,1 miliardi che arriva a distanza di pochi mesi dall’ultimo di 5 miliardi. Se ne parlerà nel cda del 5 novembre ma la strada sembra imboccata.

“Dico no ad un nuovo aumento come del resto lo dissi nel 2011 ma fui una voce fuori dal coro e nessuno mi ascoltò. L’avessero fatto, ora la banca non sarebbe nei grossi guai come invece è”: A parlare è Stefano Scaramelli, sindaco di Chiusi e membro della direzione nazionale del PD. “La mia non è una posizione politica ma di cittadino e dipendente che vorrebbe vedere il Monte dei Paschi tornare ad essere una banca di riferimento del territorio senza più manie di espansione internazionali che vediamo cosa hanno prodotto. Credo che il management non sia stato in grado di risollevare la banca e che quindi ci sia bisogno di commissariare l’istituto ed affidarlo ad un tecnico che conosce Mps e che può riportarla in una dimensione extraregionale, Centro Italia come riferimento, dove può operare in campi in cui è vincente e tornare a fare utili”.
Per ora comunque sono ancora Profumo e Viola a prendere le decisioni ma si moltiplicano le critiche sul loro operato. Come quella mossa da Marco Mazzucchelli, banchiere già in Monte dei Paschi negli anni 2000 e oggi nella commssione europea di esperti per la regolamentazione bancaria. “Ma una cosa deve essere chiara – ha detto al quotidiano La Repubblica -: i danni della gestione precedente erano compresi nei prezzi della banca, fino alla settimana scorsa; quello che sta succedendo adesso è colpa dell’attuale management”.