E’ con un libro sulla violenza psicologica che si può ricordare la festa dell’8 marzo. Vanno bene le feste, le cene tra amiche, i mazzi di mimosa, ma in questa giornata è soprattutto importante riflettere sulla condizione femminile, sui passi ancora da compiere per la parità tra i sessi ed il rispetto della persona. In “L’anima sgualcita” di Alessandra Cotoloni si parla proprio del disagio femminile che rimane ancora un serio problema e viene affrontato in uno dei contesti più difficili da scardinare, quello di una storia d’amore in cui il sentimento fa abbassare la guardia. “La violenza psicologica è peggiore di quella fisica perchè non lascia segni evidenti sul fisico – ha detto l’autrice della storia – ma ha conseguenze lo stesso gravi. Questo tipo di violenze vengono perpetuate giorno per giorno e io lo racconto con Clelia che si è innamorata di un uomo, un amore che diventa una sorta di dipendenza e che poi si trasforma in un supplizio.

Lui, Bruno, di radici estremamente maschiliste, quando incontra Clelia si innamora paradossalmente delle caratteristiche che sono mancanti in lui, cioè di una sorta di indipendenza che vede in lei e sono anche quelle caratteristiche che lui cerca di annullare”.