La settimana delle dichiarazioni pesanti sull’addio al Monte dei Paschi si chiude con le parole del sindaco Bruno Valentini. Il primo cittadino è cosciente che il Monte dei Paschi vivrà di una vita propria e che Siena non avrà più potere di intervenire nella gestione come invece ha fatto in passato compiendo numerosi sbagli. Dunque nessuna interferenza anche in vista del rinnovo dei vertici che forse per l’ultima volta, saranno condizionati dal parere della Fondazione.
Analizzando i conti della banca, Valentini non fa drammi per il pesante passivo di 5 miliardi che giustifica con le operazioni imposte dalla Bce. “Nel bilancio della banca si vede anche un timido risveglio. Se non ci fosse stato l’accantonamento imposto dalla banca europea non saremo arrivati a questo risultato. Dal 2015 i conti della banca sono stati puliti e ci sono le condizioni per un periodo nuovo. Anche l’anno scorso avevamo ipotizzato una rinascita di Mps però il giro di vite della Bce ha impedito il ritorno al reddito”. Il peggio dunque sembra passato, ma per Siena conterà poco visto che il legame con la Fondazione è destinato a finire.
“Clarich ha voluto evidenziare che le risorse a disposizione non gli consentono di mantere una percentuale significativa nella banca. Il presidente con una comunicazione brutale ha messo le mani avanti sapendo che anche per statuto non può investire tutte le risorse in un unico progetto come invece è stato fatto in passato”.
Quale dovrà allora essere il nuovo ruolo dell’ente guidato da Clarich?
“Pretendiamo dalla Fondazione che tutte le forze siano destinate allo sviluppo del territorio senese. Dall’utilizzo risorse umane, circa 30 persone di profesisonalità indiscussa che non dovendosi più occupare della suddivisione degli utili possono essere impiegate in progetti condivisi con la città come già è accaduto per esempio con i Musei senesi. Sul fronte delle risorse economche, dovrebbe distribuire gli utili dei prodotti di gestione del patrimonio che ammonta a circa 700 milioni di euro. Circa 400 possono essere investiti e il frutto di questo dopo i dovuti accantonamenti va reinvestito nel territorio per sostenere produzioni culturali e nuove imprese che si occupano di ricerca”.
Tornando al Monte dei Paschi, il sindaco promuove il presidente Profumo e l’amministratore delegato Viola?
“Non è questo il punto, loro hanno trovato una situazione disastrosa e in questi 3 anni sono stati carenti nella gestione del credito e nella motivazione dei dipendenti, ma non bisogna cadere nell’errore del passato che chi dirigeva la fondazione e la banca era al servizio della politica. Noi vogliamo uscire da questo schema e lasciare piena autonomia a chi riveste gli incarichi. Dobbiamo abituarci a guardare alla banca come un’impresa indipendente e non si può chiedere alla politica di decidere se assumere o licenziare i vertici della banca. Chiediamo, invece, agli azionisti che definiscano un progetto di rilancio e scelgano gli uomini per guidarlo ma non facciamo pressioni”.
Valentini: “La politica non può assumere o licenziare i vertici della Banca”
