Quel sorriso nero sulla facciata di palazzo comunale ha diviso l’opinione pubblica senese: chi ha gridato allo scempio, chi ha fatto spallucce e chi invece l’ha ritenuta una grande operazione d’arte contemporanea. Gabriella Piccinni, docente medievalista all’Università di Siena, non si è scandalizzata per il sorriso, ma neanche lo ritiene una grande opera e fa una riflessione sulla contaminazione dell’arte contemporanea con il patrimonio artistico. Ne ha parlato stamani ad Antenna Radio Esse nella trasmissione di Cristiana Mastacchi a cui ha partecipato insieme a Federico Fusi, esperto di arte contemporanea. “L’arte è sempre contemporanea. E’ evidente che in un tessuto fortemente storicizzato come è quello italiano, e in particolare quello senese, qualsiasi espressione pubblica tocca questo tessuto. E’ pressochè inevitabile. E’ come se si scavasse a Roma per una linea della metropolitana, indubbiamente ci imbatteremmo in quelle che sono le costruzioni precedenti della città e magari nascoste. E’ una caratteristica di un territorio fortemente antropizzato come quello in cui viviamo. Può essere un bene o un male, ma è la realtà”.
Il sorriso di Clet continua a far discutere. Piccinni: “Sì alle ‘contaminazioni’, purchè siano di qualità”
12 Ottobre 2015
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