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Il ChimicAstro – Il cielo di Dicembre

Il Dicembre di quest’anno è un mese ricco di eventi celesti e oggetti da osservare a partire dal tramonto,  dove per tutto il mese ci faranno compagnia i due pianeti più luminosi del Sistema Solare: Venere a Ovest e Giove a Est. Saturno si troverà invece a Sud-Ovest ma molto meno brillante e riconoscibile dei due “compagni”, che sono dei veri e propri fari celesti.

La costellazione del mese è senza dubbio quella del celebre cacciatore Orione in cui brillano le brillanti Betelgeuse (una gigante rossa, il cui colore è facilmente apprezzabile) e Rigel (una supergigante blu). Orione, con la sua spada appesa alla cintura e con l’arco proteso in mano va alla caccia della piccola costellazione della Lepre, accompagnato dalle fedeli costellazioni del Cane Maggiore e del Cane Minore.

Nel Cane Maggiore brilla un altro faro del firmamento, la stella più brillante del cielo: Sirio. Essa ha anche un’altra particolarità: raggiunge la massima altezza sull’orizzonte alla mezzanotte del giorno di San Silvestro: un modo alternativo per salutare l’arrivo del nuovo anno.

La costellazione di Orione

 

Il giorno 21, alle ore 10:22 si verificherà il solstizio d’inverno, che sancirà l’inizio dell’inverno astronomico nell’emisfero boreale. Il Sole, in questo giorno, raggiunge la minima altezza sull’orizzonte determinando la minima durata del dì rispetto alla notte. A partire da quel momento le giornate ricominceranno lentamente ad allungarsi, per raggiungere il culmine durante il solstizio di Giugno.

Chi ama l’estate e le giornate con molte ore di luce, apprezzerà il fatto che l’inverno è la stagione astronomicamente più breve, con una durata nel 2024 pari a 88 giorni, 23 ore e 41 minuti. Di contro l’estate è la stagione più lunga, con una durata nell’anno in corso di 92 giorni, 17 ore e 45 minuti.

Per chi invece fosse incuriosito dalla “stella cometa” che avrebbe guidato i Re Magi verso il luogo della nascita di Cristo, sappia che la rappresentazione come “cometa” è puramente artistica e fu introdotta da Giotto il quale nel 1303 dipinse nella “Cappella degli Scrovegni” a Padova proprio una cometa sopra al luogo della natività. Egli fu probabilmente impressionato dal passaggio della celebre cometa di Halley (che però ancora non si chiamava così) nel 1301.

Da allora l’iconografia della natività è stata sempre più spesso rappresentata con la “cometa” di Giotto, fino a diventare il simbolo iconico del Natale che conosciamo oggi.

Natività di Giotto, 1303

Questo è l’ultimo articolo dell’anno e il Chimicastro vi dà quindi appuntamento con la sua rubrica a Gennaio 2025, per continuare a scoprire insieme i segreti del cielo e della scienza.

Buone Feste a tutte e tutti!

Per domande, curiosità e richieste di approfondimento vi invito a contattarmi su FB, IG, Twitter/X, sul mio blog o all’indirizzo ilchimicastro@gmail.com

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