L’Unione Agricoltori si rinnova, con un passaggio di consegne fra Alessandro Cinughi de Pazzi e Giuseppe Bicocchi nuovo presidente per il prossimo triennio. “Un periodo difficile, molte sono le preoccupazioni rispetto all’ambiente a livello economico – spiega l’ex Presidente Cinughi – in questi sei anni di mio mandato troppi sono stati i Ministri dell’agricoltura, e questo non fa bene alle imprese e ai cittadini. ConfAgricoltura ha sempre denunciato queste problematiche dovute alla debolezza politica, ma questo non è’ bastato. Ancora oggi incontriamo problematiche che solo la politica può risolvere: dalla fauna selvatica fuori controllo alla ”follia fiscale” che negli ultimi tempi ha investito il mondo dell’agricoltura, dagli esosi Consorzi di bonifica che non guardano in faccia nessuno alle problematiche legate ai lupi, dall’attesa firma del contratto di lavoro degli operai agricoli nel 2013 alle questioni legate alle piscine degli agriturismi”.
Un mandato non facile dunque quello che sta per attraversare il nuovo Presidente Bicocchi: ”sarò comunque sempre a fianco degli agricoltori- dichiara- Siena rimane una delle Province con maggior numero di prodotti di altissima qualità”.
Giuseppe Bicocchi, classe 1946, è laureato in agraria, si occupa di aziende agrarie fuori dalla provincia di Siena, è amministratore della società agricola ”Di Torri” a Rosia, dove produce cereali e vino ed è già Presidente di Confagricoltura Toscana.
”Avrei gradito che ci fossero giovani a prendere il mio posto ma il fatto che non abbiamo trovato dei giovani disponibili è la conseguenza del periodo che stiamo vivendo. L’agricoltura non è più un mondo affascinante per i giovani”.
Ci tiene comunque a specificare che l’agricoltura è impresa, ed è guadagno: ”L’agricoltore deve essere libero di fare impresa- sottolinea- in base alla propria creatività, fantasia e volontà personali: non ci devono essere modelli ingessati. Si può produrre biologico oppure no, estensivo e non. Non è detto, ad esempio, che lo zafferano si debba fare solo a San Gimignano e che a Montalcino si debba fare solo vino”.
Simona Sassetti