Sei persone, tutte donne di Siena e provincia, da tempo dipendenti di Tiemme – l’azienda che gestisce il trasporto pubblico – sono state arrestate dai carabinieri del comando provinciale con l’accusa di peculato continuato in concorso. Le indagini sono iniziate nello scorso mese di dicembre dopo una segnalazione della stessa azienda, che aveva notato delle anomalie nei biglietti ed hanno appurato che era stato in pratica creato un sistema parallelo a quello regolare per l’emissione dei tagliandi di viaggio. Le sei dipendenti, manomettendo il macchinario usato per la stampa dei titoli di viaggio, duplicavano i biglietti ed intascavano l’incasso. Un comportamento che, secondo le stime, avrebbe provocato un danno all’azienda di oltre 300 mila euro. Cifra che potrebbe aumentare vistosamente se venisse appurato che l’attività illecita è cominciata molto prima, come sospettano gli inquirenti. Nel corso delle perquisizioni personali e nelle abitazioni delle arrestate sono stati sequestrati 500 biglietti duplicati e contanti per 19mila euro. La tratta “preferita” per vendere i biglietti contraffatti era quella della Siena-Firenze, che è la più costosa e la più frequentata, considerando anche i numerosi turisti che vanno a visitare il capoluogo toscano.
“Deve far riflettere il fatto che stiamo parlando di persone “normali” – ha commentato il Procuratore capo Filippo Vitello che coordina le indagini – che stavano bene, non stiamo parlando di situazioni di degrado. Colpisce perchè ha coinvolto più persone nessuna delle quali ha avuto il coraggio civico di rifiutarsi e denunciare, perchè se fosse avvenuto non saremmo a questo punto. Tutto questo fa pensare che ci sia un problema di cultura della legalità e questo chiama in causa tutti noi per far in modo di diffondere i valori della legalità: è importante perchè prima ancora della repressione, la prevenzione si fa tramite un rafforzamento dei valori civici”.
Ascolta le interviste al Procuratore capo Filippo Vitello e al Capitano dei Carabinieri di Siena Alberto Pigozzo