Emerald Fennell, nota al pubblico per aver interpretato il ruolo di Camilla Parker-Bowles nella terza e quarta stagione di “The Crown”, ha lasciato un segno “gioiosamente sovversivo” alla 93ª edizione della notte degli Oscar con il suo “Promising young woman” (in italiano “Una donna promettente”).
Definito dalla critica “Un’opera cinematografica rivoluzionaria”, un film
“Controverso fino all’ultimo scandaloso fotogramma”, la regista (sceneggiatrice e attrice) britannica, ha ricevuto l’Oscar per la migliore sceneggiatura originale. Nessuna sorpresa per chi conosce la serie televisiva “Killing Eve”, basata sulle novelle “Villanelle” di Luke Jennings, di cui proprio Emerald Fennell è stata co-sceneggiatrice: anche in questo caso, infatti, l’originalità della trama e dei dialoghi si sono trasformati in forza attrattiva. In stupore per gli spettatori.
Ma perché “Promising young woman” è così travolgente?
*Spoiler Alert*
Innanzitutto perché è un revenge movie di contenuto; il tema, molto delicato, attorno al quale ruota l’intero film, è quello della violenza sessuale o meglio degli stereotipi che conducono alla giustificazione di chi commette violenza. Perché la “responsabilità” di azioni simili non è mai attribuita ai colpevoli, nel nostro caso a quelli che Cassandra, la protagonista interpretata da Carey Mulligan, chiama ironicamente “bravi ragazzi”. Chi viene condannata a prescindere è invece la vittima.
You might be surprised to hear that gentlemen are sometimes the worst. (Cassie)
In “Promising young woman” smettono in due di essere chi erano e diventano qualcos’altro: Nina, l’amica violentata durante una festa all’università e appunto Cassandra, la quale da quel momento in poi cerca di contrastare in tutti i modi l’indifferenza e la crudeltà che hanno investito l’amica, e che sono la base di una costruzione di significato totalmente sbagliata.
Look how easy it was. I guess you just had to think about it in the right way. I guess it feels different when it’s someone you love. (Cassie)
Chi non ha sentito, non solo nei film ma anche nei recenti casi di cronaca italiani, frasi come “se l’è cercata”, “era ubriaca”, “quelli sono bravi ragazzi” o ancora “era consenziente perché rideva”?
Perché anziché puntare il dito contro le vittime, non si cerca di responsabilizzare meglio i propri figli? Di educare al rispetto? Perché c’è questo bisogno di nascondere e di giustificare la violenza, di renderla normale, e di stigmatizzare al contrario i comportamenti di chi la subisce?
Do you really think I would do something like that? Luckily, I don’t have as much faith in boys as you do. (Cassie)
Domande alle quali la regista risponde con un film dai toni beffardi, usando l’ironia e l’azione: Cassandra infatti non ci sta; non può e non vuole dimenticare, e così “mostra” la violenza sessuale da un altro punto di vista, scegliendo fino alla fine da che parte stare. A modo suo.
Alcune curiosità
Il titolo “Promising Young Woman” fa un chiaro riferimento a Brock Turner, uno studente dell’Università di Stanford condannato a 6 mesi per violenza sessuale nel 2016. Nonostante la sua colpevolezza, fu sempre definito a “Promising Young Man” (ex campione di nuoto).
Can you guess what every woman’s worst nightmare is? The thing is you thought you’d gotten away with it because everyone had forgotten. (Cassie)
La regista ha scelto di non utilizzare le parole “stupro” e “violenza sessuale” che, infatti, nel film non vengono mai pronunciate.
Cassie, mentre è al lavoro al Coffee shop, legge il libro “Careful How You go”, un collegamento con un corto che riporta lo stesso titolo sempre di Emerald Fennell (2018), interpretato da Phoebe Waller–Bridge (co-sceneggiatrice di Killing Eve), Daniel Rigby e Linda Bassett.
Infine, la regista appare nel film per pochi minuti, si tratta dell’influencer che nel video-tutorial spiega come realizzare delle perfette “blowjob lips”.
Simona Merlo