Siamo al paradosso e purtroppo come ATC all’impotenza: nell’anno iniziale della Legge Obiettivo sugli Ungulati, varata dal Consiglio Regionale della Toscana nel febbraio di quest’anno per contenere una presenza ormai insostenibile di cinghiali e di caprioli, nelle nostre campagne, universalmente riconosciuta come eccessiva per l’agro ecosistema Toscano, i Piani di prelievo del capriolo proposti dall’ATC Siena, supportati dai censimenti annuali, sono stati purtroppo significativamente ridotti dall’ISPRA. Preoccupa poi il numero sempre più crescente degli incidenti automobilistici, taluni anche gravi, causati da cinghiali e soprattutto caprioli.
Il Piano proposto dall’ATC SIENA aveva, per la stagione 2016-17, come obiettivo il prelievo di 9125 caprioli calcolati considerando di prelevare circa il 25% dei capi presenti sul territorio senese.
Un prelievo strettamente conservativo come indicano le stesse linee guida per la gestione dei cervidi edito dall’ISPRA medesimo.
L’ISPRA, inspiegabilmente, ha ridotto il piano di oltre 3.000 capi, autorizzandone di 6009. L’ATC SIENA, che aveva salutato con favore il varo della Legge Toscana, presupponendo di poter gestire utilmente le popolazioni di ungulati che arrecano alla sola agricoltura del territorio oltre
720.000 euro di danni su base annua, si vede con questo piano, pesantemente rimaneggiato dall’ISPRA, fortemente penalizzato. In Toscana è emergenza Ungulati, tanto da rendere necessario il varo di una legge speciale operativa per i prossimi tre anni, la così detta Legge Obiettivo.
L’ ATC SIENA vede tagliato pesantemente il piano di contenimento dei caprioli, di oltre il 34%, con Distretti di caccia di selezione con prelievi assegnati risibili, senza apparenti motivi tecnici; questa decisione rende inspiegabile per il mondo agricolo e per i cacciatori capire le logiche che vi
sovrintendono, in presenza di accertati e documentati incrementi delle popolazioni.
Con l’ATC vengono penalizzati l’intero mondo agricolo e gli stessi cacciatori che pur con le innumerevoli difficoltà del momento si accingevano ad operare il prelievo venatorio. Operando in questo modo temiamo che tutti gli Enti territoriali e quelli di Gestione della Fauna selvatica, ISPRA in primis, perdano solo di credibilità nell’opinione degli agricoltori e dei cacciatori che, nel bene e nel male, rappresentano oggi un valido presidio del territorio i primi e l’unica risorsa per poter svolgere la gestione della fauna selvatica nel territorio a caccia programmata, i secondi, in maniera certamente perfettibile, ma estensiva e, soprattutto, non onerosa.
L’ATC Siena chiede pertanto con forza che venga ripristinato il piano proposto, verificato con censimenti sul campo, equilibrato nei numeri, concorde con le direttive della Legge obiettivo e entro le percentuali previste dai documenti tecnici e dalle linee guida che lo stesso ISPRA ha pubblicato. Crediamo che con l’ATC debbano far sentire la loro voce anche il mondo agricolo, a partire dai Consorzi di Tutela del Vino, e il mondo venatorio, inutilmente penalizzato.